Leggo
da un articolo di Stefano Feltri, economista solitamente ben informato, di un
evento veramente stupefacente.
I numeri sbagliati dell’austerità (e degli economisti)
Pare
dunque che la comunità scientifica sia rimasta recentemente sconvolta dalla
scoperta fatta da uno studente universitario al primo anno, il quale, tre anni
dopo la sua pubblicazione, ha preso i dati contenuti in un articolo scientifico
e ha verificato che c’erano errori di calcolo.
Poco
male, si potrebbe dire.
Il
problema però è che l’articolo in questione, pubblicato nel 2010 da Kenneth
Rogoff e Carmen Reinhart (RR) dell’università di Harvard, è uno dei più citati dagli economisti, anche perché pareva dare
basi scientifiche a sostegno delle politiche
di austerità e rigore economico su cui si stanno basando le scelte
economiche europee.
In
sostanza nel loro studio i due ricercatori confrontavano le economie di molti
Paesi tra il 1945 e il 2009 e scoprivano che quelli con il minore indebitamento
pubblico hanno anche avuto un tasso di crescita della loro economia superiore.
Da
qui la comunità degli economisti aveva tratto il dogma che la riduzione del debito pubblico è, per quanto sgradevole, necessario per recuperare la crescita economica
e quindi ritornare alla prosperità.
Feltri
scrive che l’errore di calcolo sia da attribuire ad una imperfetta gestione dei
dati di Excel, software con cui sono stati trattati i dati da RR.
Leggendosi
invece l’articolo che evidenzia gli errori, a firma di Thomas Herndon, Michael
Ash e Robert Pollin, si scopre che tali errori sono dovuti proprio ad una gestione sbagliata fatta dai ricercatori.
Ma
lasciamo stare gli errori di calcolo e quindi i dati numerici contenuti nell’articolo,
tanto più che i due autori dell’articolo originario (RR) ammettono di aver
commesso gli errori ma affermano anche che non
cambiano la natura delle conclusioni tratte dai dati.
Guardiamo
invece quali sarebbero le conclusioni che l’articolo consente di trarre.
Questo
studio scientifico in buona sostanza è un’analisi statistica che dimostra che bassi Debiti Pubblici si accompagnano ad
alti Tassi di Crescita. Ovvero che le due condizioni si verificano insieme.
Ma da
qui a dire che le due cose hanno una chiara relazione causa-effetto ce ne corre parecchio!
Questa
storia mi ricorda un esercizio che feci al primo anno d'Università (la facoltà
era Fisica, ma non fa niente, la sostanza è la stessa).
Dunque
il testo spiegava un esperimento in cui delle rane erano condizionate a saltare
all'udire un certo suono: un semplicissimo riflesso pavloviano.
Fatto
ciò si prendevano alcune rane e le si tagliavano le gambe (era un esperimento ipotetico, quindi non telefonate alla Protezione Animali!)
Chiaramente
a quel punto quando quelle rane udivano il suono condizionante non saltavano
più.
La
conclusione degli sperimentatori era dunque la seguente: tagliando le zampe alle rane esse diventano sorde!
Bene,
quello che hanno fatto i nostri due geniacci con il loro studio è stata una
cosa molto simile.
Stabilire
infatti che due grandezze siano in qualche modo correlate non significa stabilire che esiste un rapporto univoco
causa-effetto tra le due.
Questa
conclusione è tutt'altra e VA DIMOSTRATA
chiaramente, altrimenti si rischia di arrivare a conclusioni risibili come
quelle dei ricercatori con le rane.
E la
cosa più bella è che la comunità degli
economisti gli è andata dietro in toto!
Anche
ammesso che lo studio sia corretto (e vista l’attendibilità dei personaggi c’è
di che avere dubbi) non dimostra affatto
che abbassare il livello del Debito possa condurre a Crescite superiori.
Dimostra
semplicemente che le nazioni che sono riuscite a mantenere un basso livello di
indebitamento sono probabilmente più solide economicamente al punto da
mantenere tassi di crescita migliori.
Non capire questa differenza è tanto surreale quanto ridicolo.
Infatti
a me sembra francamente incredibile pensare che una comunità scientifica come
quella degli economisti possa essere caduta in un errore così marchiano senza
ipotizzare una vera e propria malafede.
Ovvero,
non potrebbe essere che si voleva cercare supporto scientifico per una certa politica?
Sia
come sia, capite in quali mani noi
affidiamo il futuro dei nostri figli?
A
gente che ragione come chi pensa che se tagliamo le zampe alle rane esse
diventano sorde...
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