mercoledì 4 luglio 2012

La “Spending Review”


Adesso si parla di Spending Review.
La gente non capisce granché che cosa vuol dire ma fa niente, il nome è veramente bello e altisonante.
Tradotto in italiano suonerebbe un po’ come “Revisione della Spesa” ma vuoi mettere, detto in inglese?
D’altra parte è una specie di tendenza generale (stavo per scrivere trend): quando la politica sta per promuovere l’ennesima cazzata si inventa un nome appariscente ed evocativo, possibilmente in inglese o comunque in “politichese” (per intenderci roba del tipo “convergenze parallele”), in modo che la maggioranza non ci capisca niente e i “manovratori non vengano disturbati”, come si leggeva un tempo sugli autobus di linea.

Avete presente le pubblicità televisive dei profumi?
Bene, non ne esiste una che non sia fatta in francese. Sicuramente diranno quattro scemenze di una banalità sconcertante, ma il fatto stesso di dirle in francese rende il tutto più charmant (e stavolta mi allineo pure io all’esotismo...)

E quindi sarà Spending Review.
Con quell’accidente di nome chissà che cosa strafica metteranno in piedi no?
E in effetti dalle prime indiscrezione pare proprio che stavolta il nostro intrepido Governo abbia intenzione di fare le cose proprio per bene...

Tra i vari provvedimenti possibili ce ne sono due da mettere a confronto, perché questa comparazione è veramente emblematica.
Da un lato vi è la segnalazione dell’Inps relativamente alle cosidette pensioni d’oro, 109.000 pensioni di altissimo valore che costano ogni anno circa 13 miliardi di euro allo Stato. Un emendamento ha proposto di introdurre un tetto pari a 6000 euro mensili, il che porterebbe ad un risparmio di una decina di miliardi di euro.
Dall’altro ci sono i buoni-pasto dei dipendenti pubblici che potrebbero passare dai circa 8 euro attuali a 5,29 euro, per un risparmio annuo pari alla strabiliante cifra di ben 10 milioni di euro.

Indovinate un po’ quale delle due misure è stata accantonata dal Governo e quale invece proposta?
Facile, no? Nella fatidica Spending Review delle pensioni d’oro non si parla più, l’emendamento è stato accantonato, mentre invece la riduzione dei buoni-pasto è confermata.

Insomma mettetevi un po’ nei panni di un qualche povero ex-manager di imprese pubbliche o politico che improvvisamente dovrebbero vedersi tagliata una pensione di 20, 30 o 40 mila euro lorde al mese (fino al recordman italiano, tal Mauro Sentinelli, ex direttore generale Tim, che incassa 90,246 euro lorde al mese) fino a precipitare nell’assoluta indigenza di miserrrimi 6000 euro lordi.
Ma vi rendete conto di che dramma sociale stiamo parlando?

A fronte di questa intollerabile ingiustizia abbiamo 450 mila dipendenti pubblici che in barba alla crisi si danno ai più sfrenati bagordi scialando ben 8 euro per un pranzo!
Oh, dico, 8 euro per pranzare, roba che manco Pantagruel!
Ma che diamine, è ovvio che è da qui che bisogna cominciare a fare la nostra bella Spending Review, no?

Fulgido esempio di Dottrina Petrolini (vedi), non è vero?

Notate anche la finezza contabile: un provvedimento che colpisce la Casta e affiliati viene escluso pur portando un risparmio di diversi miliardi di euro, mentre un provvedimento che colpisce la gente normale, i “pecoroni”, che però apporta un risparmio circa 1000 volte inferiore, viene portato avanti con intransigenza.

Non è veramente meravigliosa questa nostra pazza Italia?

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