E' tutto un susseguirsi di slanci e rilanci, tutta
l'elitè politico-economica del Paese è impegnata da anni a trasmettere al
popolo questo tambureggiante messaggio: che il lavoro flessibile sia da
preferire al classico "posto fisso", il lavoro a tempo indeterminato.
Addirittura il presidente del Consiglio Mario Monti è
arrivato a dire, in una trasmissione televisiva, "i giovani si abituino
all'idea di non avere più il posto fisso a vita. D'altronde che noia il posto
fisso! E' bello cambiare e accettare delle sfide!"
La sua collega di Governo Anna Maria Cancellieri,
ministro dell'Interno, sostiene che "gli italiani sono fermi, come
struttura mentale, al posto fisso, nella stessa città e magari accanto a mamma
e papà".
I pronunciamenti in proposito dei vertici della
Confindustria neppure si contano, perché praticamente escono a ritmo
quotidiano.
Ora io mi chiedo una cosa molto semplice.
Ammettiamo pure che abbiano ragione, che effettivamente
il lavoro flessibile sia da preferire a quello permanente. E ammettiamo pure
che ciò sia vero non solamente - come è ovvio - per le aziende, ma anche per i
lavoratori stessi.
Ma se è così, come mai, cari signori governanti e
industriali, il lavoro flessibile è pagato di meno del classico posto fisso?
Eh sì, perché le statistiche parlano chiaro, anche se
forse addirittura sottostimano il fenomeno.
Nel corso degli ultimi venti anni sono state introdotte
numerose "fattispecie" di lavoro a tempo determinato, ci sono gli
interim, i cococo, i cocopro, i coccodè e molteplici altri lavori
"volatili" (pare ci siano quasi 50 specie "ornitologiche"
differenti), ma fra le infinite differenze tra di loro, TUTTE conservano un
aspetto fondamentale rispetto al tanto vituperato posto fisso: il lavoro
flessibile, o temporaneo che dir si voglia, è pagato dal 15% al 20% in meno,
naturalmente a parità di qualifica e funzione.
A me la cosa suona un pochino "strana", a voi
no?
Voglio dire, e vorrei chiedere alla cara ministra Cancellieri,
ma ti puoi stupire che gli italiani siano "fermi" al posto fisso,
laddove questo, oltre ad essere ovviamente più sicuro perché permanente è anche
pagato di più? Davvero bisogna stupirsi o non sembra assolutamente ovvio?
Non sarebbe il caso, caro presidente Monti, invece di
dire cose che suonano come la classica beffa dopo il danno, di chiedersi se la
"noia" che scelgono gli italiani sia fondata da reali considerazioni
di vantaggio economico?
Non sarebbe il caso, cari industriali "paraculi",
di provare a retribuire il lavoro flassibile considerevolmente di più di quello
fisso, come logica vuole e come è fatto normalmente in Europa del nord?
Tra l'altro in questo modo ci toglieremmo lo sfizio di
capire se veramente gli italiani sono fermi a questo vizio, questo ritardo
culturale, dell'attaccamento al posto fisso a tutti i costi, o se invece non
sia che tutta questa storia della guerra al posto fisso non nasconda
semplicemente un tentativo di "precarizzare" ulteriormente il lavoro
in Italia, per poi inoltre pagarlo pure di meno.
Perché gli industriali non fanno la cosa che
sembrerebbe assolutamente ovvia, ovvero chiamare un giovane e offrirgli un
posto con retribuzione 1000 con contratto a tempo indeterminato, OPPURE 1500 (faccio
per dire) con un contratto temporaneo?
Siamo sicuri che i giovani continuerebbero a stare
attaccati al "posto fisso"?
Temo che la verità sia molto banale quanto evidente.
Diciamo che il problema sembrerebbe essere di quelli degni di una
considerazione "alla Catalano", parafrasando il comico della banda di
Arbore: cosa è meglio un lavoro pagato bene, garantito e tutelato, e a tempo
indeterminato, oppure un lavoro pagato peggio, senza garanzie, e a scadenza?
Voi che dite? La risposta è talmente scontata che non
essendo i nostri giovani poi così coglioni, i paraculi di cui sopra, e i loro "compari
di merenda" al governo, si trovano costretti a fare una riforma del
mercato del lavoro per costringerli ad accettare la seconda alternativa...
Come dire: non ti piace la minestra ammuffita? Adesso
ti levo tutto il resto dalla tavola così voglio vedere se te la mangi...
Nessun commento:
Posta un commento